lunedì 30 luglio 2012

Flipping teaching

 
Flipping teaching
Ho scoperto che anche le lezioni possono fare le capriole e rivoltarsi come un calzino ! E l’ho trovata una cosa davvero interessante e stimolante per un insegnante. Cerco di sintetizzare quello che ho trovato sull’argomento, a partire dal post  http://www.columba.it/2012/02/21/flipped-classroom-e-flipped-textbook-la-scuola-al-contrario/ e saltellando qua e là nelle rete (anche io un po’ flipping !).
Nel modello tradizionale di classe :
a.       L’insegnante spiega la lezione durante quel certo numero di ore che gli sono assegnate;
b.      ciascuno studente, a casa, (ri)studia la lezione e svolge gli eventuali esercizi.
Nella classe capovolta si ha una doppia inversione: lo studio individuale passa in pole position, prima del confronto con l’insegnante anziché dopo; la fase dell’insegnante si riconverte da una modalità trasmissiva, docente-centrica e incentrata sui contenuti (la spiegazione frontale) ad una comunicativa, studente-centrica  ed esperienziale, e diventa così lo spazio degli “esercizi”.
Classe capovolta:
a.       Ciascuno studente studia, a casa, i materiali forniti dal docente
b.      L’insegnante, in classe, crea esperienze.
Appare subito chiara anche la “capriola” che compiono obiettivi e supporti didattici. Se, infatti, nel modello tradizionale si tende ad un sapere, che talvolta è solo mera erudizione (ricordiamoci delle nostre interrogazioni  quando eravamo studenti …), il modello flipped  focalizzandosi  sulle esperienze didattiche (che gli studenti compiono, in classe, insieme all’insegnante) persegue quel saper fare indicato nell’articolo come outcomes, ovvero: what students can do.
Dicevamo che si verifica un mutamento di prospettiva anche per quanto riguarda i supporti didattici. Certamente il libro tradizionale si presta ad un nuovo uso, può diventare un luogo in cui cercare informazioni in ordine sparso (in base alla consegna che mi viene chiesto di svolgere a casa), può essere letto non in maniera sequenziale, può essere integrato, smontato, contestato e ricostruito sulla base di nuovi obiettivi più concreti (un es. banale legato alla matematica: le moltiplicazioni > saper moltiplicare). Accanto, e in alternativa ad esso, però, possiamo trovare una serie di strumenti forse più funzionali: la rete, prima di tutto !
Columba ritiene che questo tipo di inversione sia senza dubbio efficace per le discipline tecnologiche, ma si chiede se ed in che modo possa esserlo per tutte. In effetti, se penso a materie come la storia o la letteratura italiana mi viene un po’ difficile pensare concretamente ad un modello di realizzazione; al contrario, l’italiano come lingua non materna mi sembra sia già su questa strada: il sillabo è organizzato per saper fare (salutare, presentarsi, esprimere un’opinione, ecc.), gli approcci comunicativi utilizzano in classe gli assetti di gruppo e spesso, proprio per la tipologia degli studenti, il lavoro si svolge tutto in aula e quello a casa si connota come approfondimento personale e volontario, diversamente da quello del tradizionale modello scolastico. Esiste poi un modello didattico, quello dei Task, che mi pare incarni appieno la filosofia flipped e possa gettare luce anche sull’applicabilità di tale filosofia alle altre discipline. Per saperne di più sulla flipped classroom vi consiglio anche http://www.adirisorse.it/ da cui ho tratto il simpatico disegnino di cui sopra, per i Task , invece, ci vediamo al prossimo post ;)

Sitografia:
 http://delicious.com/stacks/view/M5RmU1
https://delicious.com/masteranto/

feed:
http://www.google.it/reader/view/#stream/user%2F17293901485140613595%2Flabel%2Fflipping%20teaching

mappa:
https://cacoo.com/diagrams/yI28GCgstTEkVYjG


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